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Il Web 2.0 (Parte 1)
Esiste davvero un “Web 2.0”? E se esiste, che cos’è?
Iniziamo intanto col dire che il “Web 2.0” è una convenzione semantica utilizzata per esprime un concetto, non è una nuova tecnologia. Con questo termine si indica uno stadio dell’evoluzione del web caratterizzato da un alto grado d’interazione e coinvolgimento nei navigatori che prima non esisteva.
Sostenere che esiste una versione 2.0 implica necessariamente che ve ne sia stata una precedente, ed è proprio da questa che partiremo per comprendere meglio il significato del termine.
Il Web 1.0
La nascita del web è certa e determinata con precisione, risale all’estate del 1991 quando di Tim Berners-Lee, ricercatore presso il CERN di Ginevra, sviluppò la tecnologia e mise on-line il primo sito Web. Inizialmente veniva utilizzato solo all’ interno della comunità scientifica e venne reso disponibile al pubblico nell’ Aprile del 1993.
Da qui ebbe inizio la prima fase, protratta per tutti gli anni novanta e la cui conclusione viene convenzionalmente fatta risalire al 2004, quando Tim O’Reilly organizzò, in Ottobre a San Francisco, la prima conferenza sul web 2.0.
Nella prima fase del web (1.0) i siti internet venivano realizzati da tecnici specializzati chiamati “webmaster”, che sviluppavano pagine web prevalentemente in linguaggio HTML. Una volta realizzate, le pagine offrivano ai navigatori la possibilità di essere consultate e poco più, senza che essi potessero contribuire attivamente alla creazione di propri contenuti.
In questo scenario gli utenti erano quindi dei meri spettatori senza possibilità di partecipare allo sviluppo contenutistico della rete, che era invece esclusiva facoltà dei pochi webmaster in circolazione. Questa considerazione è estremamente importante per comprendere il concetto di Web 2.0, perché è proprio l’aspetto di “partecipazione sociale” a delimitare il confine fra i due stadi dell’evoluzione del web.
Infatti, è più nel vero chi identifica il Web 2.0 come un fenomeno di natura sociale di chi cerca invece di descriverlo come un insieme di tecnologie di sviluppo precedentemente inesistenti o indisponibili.
Altrettanto errato è credere che la distinzione fra le due fasi sia da ricondurre ad una questione tecnica legata alla tipologia dei siti web e che consiste nell’ assegnare al Web 1.0 l’ etichetta di siti “statici” e al Web 2.0 quella di siti “dinamici”.
Chi scrive ha iniziato la propria esperienza professionale come webmaster alla fine degli anni novanta, in piena fase “Web 1.0”, e vi assicuro che da un punto di vista infrastrutturale, tecnico e tecnologico sono molte più le somiglianze che le differenze fra le due fasi, tant’è vero che permangono gli elementi fondanti del web, come ad esempio il concetto d’ ipertesto e i protocolli HTTP e TCP/IP.
Ma lasciamoci alle spalle queste considerazioni e avviciniamoci finalmente al Web 2.0 e capiamo davvero di cosa si tratta, vediamolo nel prossimo articolo “Il Web 2.0 (Parte 2)“.